Quando il bisogno diventa padrone
Le dipendenze sono come quegli amori tossici che ti promettono felicità eterna e invece ti svuotano il portafoglio, la salute e anche un po’ l’anima. In parole povere, una dipendenza è un legame patologico con una sostanza, un comportamento o una persona, che all’inizio ti fa sentire meglio… e poi ti tiene in ostaggio.
Le più conosciute? Le classiche: alcol, droghe, nicotina. Ma anche quelle moderne e ben vestite: gioco d’azzardo, shopping compulsivo, pornografia, social media, cibo spazzatura, serie TV a ciclo continuo. Insomma, se qualcosa ti fa sentire bene subito e male dopo, probabilmente è una dipendenza.
La scienza oggi ci dice che la dipendenza non è solo una questione di “mancanza di volontà” — come amava ripetere lo zio che fuma da 40 anni — ma è una vera e propria alterazione neurobiologica. Il cervello, quel simpatico organo alla regia della nostra vita, si abitua a certe dosi di piacere artificiale e ne chiede sempre di più. Le aree coinvolte sono quelle della ricompensa, in particolare il circuito dopaminergico: più stimoli, più dopamina, più voglia di stimoli. È un po’ come affamare un leone e poi chiedergli di non mangiare l’antilope che gli passa davanti.
Ma — e qui arriva il colpo di scena degno di un film di redenzione — uscire dalla dipendenza è possibile. Non facile, ma possibile. Esistono terapie, gruppi di supporto, percorsi psicologici e medici, e soprattutto la possibilità di riscoprirsi liberi.
Perché la verità è che sotto la crosta della dipendenza, c’è ancora una persona viva, intera e capace di ricominciare.
E adesso, vediamo come si fa.
Crea il tuo sito web con Webador