Hai la pancia? Allora hai un coinquilino che ti odia e vuole ucciderti lentamente
Questo è un riassunto ironico di un articolo molto serio del Prof. Franco Berrino. Perchè ironico? Perchè sono convinto che con un sano umorismo anche concetti complicati vengono assimilati prima e meglio. Se vuoi comunque leggere il testo originale clicca qui.
Articolo semiserio di sopravvivenza addominale secondo Franco Berrino, riscritto da me dopo un’insalata e un esame di coscienza.
Signore e signori dell’occidente pancioso, ascoltate il grido silenzioso del vostro addome: non è solo ciccia, è una bomba a orologeria biologica con il timer nascosto tra il panettone e il divano. Il professor Franco Berrino – che di mestiere non vende tapis roulant ma allunga la vita alla gente con verdure e verità scomode – ci ha appena svelato che la pancetta non è solo un problema estetico, ma una centrale nucleare di infiammazione cronica.
Sì, avete capito bene: quella cosa morbida che coccolate la sera mentre guardate Netflix NON è un cuscino d’affetto, ma un sabotatore metabolico. E sapete qual è il bello? Non serve neanche essere “grassi” per essere a rischio: basta avere una cintura che ha cambiato buco e un bottone dei jeans che vive in costante tensione.
La pancia è un nemico interno (letteralmente)
Franco Berrino non usa mezzi termini. Dice: più la circonferenza addominale aumenta, più aumentano i rischi di morte prematura. Sì, avete letto bene: morte prematura. Non solo fiato corto, reflusso e foto profilo a mezzo busto, ma proprio il biglietto per il check-out anticipato dalla vita.
Negli uomini, se superi i 110 cm di circonferenza vita, il rischio di morire (male) aumenta di oltre il 50%. Nelle donne, se sfori i 100 cm, il rischio sale all’80%. Praticamente la pancia non è solo una parte del corpo, è una previsione meteo sulla tua salute: cielo coperto, possibilità di diabete e tempesta cardiovascolare.
Ma io sto bene! (Disse quello con le analisi sballate e la focaccia in mano)
Uno dei drammi dell’essere umano moderno è la negazione gentile della realtà. Ti dicono “ma sei solo un po’ rotondo!”, “sei in forma… di pera!”, oppure “la pancia è bella, è segno di benessere!”.
E invece no. La pancia è infiammazione cronica, fegato grasso, insulino-resistenza e un sacco di altre cose che non stanno bene neanche dette.
È come avere una pentola a pressione sempre sul fuoco… solo che invece del coperchio hai una T-shirt a righe comprata un’estate in cui ancora respiravi senza ansimare.
Gli esempi di vita moderna (ovvero: i pancioni del quotidiano)
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Paolo, 47 anni, bancario. Passa 9 ore al giorno seduto, poi torna a casa, si sdraia, si rilassa con una birra e un panino, si addormenta sul divano mentre la TV parla da sola. La sua pancia è diventata talmente autonoma che ha chiesto il codice fiscale.
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Silvia, 39 anni, fashion blogger. Mangia bowl solo su Instagram, nella vita reale si ingozza di snack tra una collaborazione e l’altra. Ha imparato a fare le foto solo in controluce e col braccio davanti alla vita. Non si vede, ma c’è. E giudica.
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Luca, 50 anni, papà sportivo della domenica. Gioca a calcetto una volta al mese e crede che basti per smaltire vent’anni di cornetti e carbonara. La sua pancia ha il suo stesso nome: la chiamano tutti “Luca due”.
Cosa fare per disinnescare la bomba
Berrino, che non si limita a darci la diagnosi ma anche la ricetta (letteralmente), propone un percorso sobrio, ma efficace.
E non include pillole miracolose, beveroni misteriosi o abbonamenti alla palestra comprati a settembre e dimenticati a ottobre.
Ecco il suo piano d’attacco:
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Mangia cibo vero. Legumi, cereali integrali, frutta e verdura. Il pane bianco e lo zucchero raffinato li lasciamo a chi vuole fare esperimenti sociali con l’insulina.
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Muoviti. Tutti i giorni. Anche solo una passeggiata. Sì, anche se piove. Anche se “non hai tempo”. Anche se la serie su Prime Video è appena iniziata. La pancia non si scioglie da sola: non è neve, è ostinazione.
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Fai esercizi addominali. No, non basta “ridere tanto”. Anche se fa bene, la pancia ha bisogno di lavoro vero.
Un po’ di plank, crunch e magari anche yoga. Non quello su YouTube con la candela accesa e la playlist “relax planet”, ma quello che ti fa sudare e odiare il tappetino.
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Dormici sopra (ma non troppo). Dormire bene aiuta il metabolismo, lo stress cronico lo distrugge. E lo stress non si elimina con i biscotti, ma magari con la meditazione, il silenzio, o una bella camminata nella natura (senza portare lo smartphone come se fosse un defibrillatore emotivo).
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