Il metodo Ikigai

I segreti della filosofia giapponese per una vita lunga e felice

A Okinawa, un’isola giapponese con un record di centenari, Héctor García e Francesc Miralles hanno scoperto i segreti della longevità: vita semplice, cibo sano, relazioni profonde e un ingrediente speciale chiamato ikigai — la propria ragione d’essere. Questo concetto, essenziale ma spesso ignorato, dà significato alle giornate e contribuisce a una vita lunga e serena. Il libro che ne è nato è un mix di manuale pratico e poesia, che aiuta a riconoscere e coltivare il proprio ikigai, ispirandosi alla saggezza giapponese per vivere meglio, più a lungo e con maggiore consapevolezza.

Questo è un riassunto ironico del libro scritto a modo mio per te che hai sempre fretta o semplicemente non hai voglia di affrontare centinaia di pagine.  Se invece hai davvero voglia di leggere il libro originale puoi tranquillamente acquistarlo qui

RIASSUNTO

🌅 Introduzione: Che cos’è l’Ikigai?

"Ikigai" è una parola giapponese intraducibile in una sola parola italiana. È una di quelle parole che funzionano come una calamita per gli occidentali in crisi esistenziale, tipo "hygge", "lagom", o "aperitivo".
Letteralmente, iki significa "vita" e gai "valore". Quindi: “ciò che dà senso alla tua vita”, o più terra terra: la ragione per cui ti alzi la mattina (oltre al bisogno fisiologico di andare in bagno).

Ma attenzione: non si tratta solo di trovare un lavoro che ti piace, o di seguire la tua passione. È qualcosa di più profondo e più stabile. È uno scopo esistenziale, una fonte di soddisfazione, significato e motivazione che può assumere forme diverse: lavorare, coltivare un orto, crescere figli, suonare il violino, insegnare, cucinare ramen… anche chiacchierare con i vicini ogni mattina.


🗺️ Il viaggio degli autori: dalla Spagna a Okinawa

Héctor García e Francesc Miralles, entrambi scrittori e appassionati di cultura giapponese, decidono di andare in missione speciale in un luogo molto particolare: l’isola di Okinawa, e in particolare il villaggio di Ogimi, noto come “il villaggio della longevità”.

Sì, perché qui la gente non solo vive più a lungo, ma lo fa bene: felici, attivi, coinvolti nella comunità, con rughe simpatiche e non tirate da lifting da film horror.
Gli autori vanno a intervistare gli anziani del posto, veri e propri guru inconsapevoli dell’Ikigai. E da queste chiacchierate nasce il cuore del libro.


🧠 Capitolo 1: La mente in equilibrio (e non nel panico)

Uno dei pilastri dell’Ikigai è la serenità mentale. Ma attenzione: non si parla di zen da copertina patinata o di meditazioni in grotta. Si tratta semplicemente di non vivere costantemente in modalità “sopravvivenza”.

Gli autori parlano dello stress cronico, uno dei mali principali della nostra epoca: fa male al cuore, al cervello, al sonno e pure alla digestione (già messa a dura prova dalle merendine).
Invece, gli abitanti di Okinawa vivono con lentezza, ma senza pigrizia. Hanno ritmi regolari, un’alimentazione sana, e coltivano relazioni sociali forti e autentiche.

Uno degli strumenti chiave per mantenere la mente in equilibrio è il “flow”:
Quella sensazione che provi quando sei completamente immerso in un’attività, dimentichi il tempo che passa e ti senti vivo. (Tipo quando giochi a Tetris, disegni, cucini, fai giardinaggio… o scrivi un riassunto da 3000 parole sull’Ikigai).


🧩 Capitolo 2: I quattro elementi dell’Ikigai

Immagina un bel diagramma a quattro cerchi che si sovrappongono (lo trovi ovunque online), e nel centro c’è il tuo Ikigai. I quattro cerchi rappresentano:

  1. Ciò che ami fare (passione)

  2. Ciò in cui sei bravo (talento)

  3. Ciò per cui puoi essere pagato (professione)

  4. Ciò di cui il mondo ha bisogno (vocazione)

Quando questi quattro elementi si incontrano, bam!, hai trovato il tuo Ikigai.

Esempio semiserio:

  • Ami cucinare → OK

  • Sei bravo a cucinare → Ottimo

  • Qualcuno ti paga per cucinare → Meglio

  • Fai felici le persone con il cibo → Voilà, sei il nuovo ikigai master chef.

Ovviamente, non tutti riescono a trovare un equilibrio perfetto tra i quattro elementi, ma anche avvicinarsi può cambiare radicalmente la qualità della vita.


🏘️ Capitolo 3: Vita semplice e comunità forti

Un altro ingrediente segreto della longevità felice è la comunità. A Ogimi, nessuno è solo: tutti fanno parte di gruppi, circoli, associazioni. I cosiddetti “moai”, che sono gruppi di supporto reciproco nati per aiutarsi nei momenti difficili, ma che oggi funzionano anche come reti di amicizia e socializzazione.

Questo senso di appartenenza e di essere utili agli altri rafforza l’autostima, riduce la depressione, aumenta l’aspettativa di vita… e fa venire voglia di svegliarsi ogni giorno.

Morale: l’Ikigai non è solo un fatto individuale, ma anche relazionale. Trovi il senso della tua vita anche attraverso le connessioni che costruisci.


🥦 Capitolo 4: Alimentazione e salute: vivi 100 anni (senza barrette detox)

Qui entrano in gioco due parole d’oro: moderazione e qualità.
Gli abitanti di Okinawa seguono il principio dell’“hara hachi bu”, che significa: “Mangia fino a quando sei pieno all’80%”. Cioè smetti prima di scoppiare.
Già solo questo, se applicato in Occidente, farebbe crollare il PIL delle catene di fast food.

La loro dieta è a base di verdure, pesce, tofu, tè verde, patate dolci viola, alghe e pochissima carne rossa. Gli zuccheri raffinati sono praticamente assenti.
E non si abbuffano la sera, ma mantengono pasti regolari e leggeri.

Ma soprattutto: mangiano in compagnia, con piacere, senza fretta, senza sensi di colpa e con gratitudine. Sembra poco, ma è un altro tassello del benessere quotidiano.


🏃‍♀️ Capitolo 5: Movimento quotidiano (ma senza maratone su Instagram)

Nessuno a Ogimi si allena per fare la maratona di New York o per spaccarsi i quadricipiti con lo squat. Eppure si muovono in continuazione.
Camminano, lavorano nell’orto, fanno stretching, ballano alle feste del villaggio, vanno in bici. Ma lo fanno tutti i giorni.

L’idea è che il corpo ha bisogno di movimento costante ma dolce, non di fasi di immobilità alternate a esplosioni di sport estremo. È un po’ come dire: “meglio 10.000 passi ogni giorno che tre ore in palestra una volta al mese”.

E il movimento, guarda un po’, aiuta anche la mente. Stimola il cervello, previene l’Alzheimer, combatte la tristezza, e innesca quella sensazione che ti fa pensare: “Oggi sto bene”.


⏳ Capitolo 6: Tempo e presenza

Un altro aspetto cruciale è il rapporto con il tempo.
A Okinawa non c’è la fissa per la produttività a tutti i costi, l’agenda piena, le mille cose da fare. Ma c’è anche disciplina e organizzazione.

La chiave è vivere il tempo con presenza: fare una cosa per volta, farla bene, e goderne.
Niente multitasking da manager in overdose di caffeina. Piuttosto: una vita dove ogni gesto ha valore. Che tu stia cucinando, spazzando il cortile o chiacchierando, sei lì, nel presente.

Gli autori suggeriscono anche di ritagliarsi dei momenti rituali (tipo la cerimonia del tè, o la meditazione) per connettersi con sé stessi e il mondo.


🧘 Capitolo 7: Spiritualità, resilienza e senso del sacro

Pur non essendo un libro religioso, "Ikigai" riconosce l’importanza della dimensione spirituale.
Non si tratta di credere per forza in un dio, ma di riconoscere che c’è qualcosa di più grande di noi. Una connessione col tutto, con la natura, con gli altri.

Questa spiritualità quotidiana si esprime nei riti, nella gratitudine, nell’accettazione della morte come parte della vita.

I centenari intervistati dagli autori non temono la fine: accettano il ciclo naturale delle cose. Il loro segreto? Non attaccarsi, non cercare di controllare tutto, e continuare ad avere uno scopo, anche a 100 anni.


🔄 Capitolo 8: Trovare (e coltivare) il proprio Ikigai

E veniamo al punto pratico: Come si trova l’Ikigai?
Gli autori non ti danno un quiz magico o una formula miracolosa (meno male), ma ti invitano a riflettere su te stesso, con pazienza, domande oneste e piccoli esperimenti.

Ecco alcune domande guida:

  • Cosa amavo fare da bambino?

  • In quali attività mi sento “vivo”?

  • Cosa farei anche gratis?

  • In cosa mi dicono che sono bravo?

  • Quali bisogni vedo intorno a me che potrei aiutare a soddisfare?

Non devi per forza cambiare vita da un giorno all’altro, lasciare tutto e aprire un bar sulla spiaggia. Puoi iniziare con piccoli passi, coltivando ciò che ti fa stare bene, e facendolo con costanza.


🔧 Capitolo 9: Strategie concrete per applicare l’Ikigai ogni giorno

Oltre alla filosofia, il libro offre anche consigli pratici per vivere meglio ogni giorno. Eccone alcuni:

  1. Fai ogni giorno almeno una cosa che ti appassiona.

  2. Muoviti, anche solo una passeggiata di 20 minuti.

  3. Mangia con moderazione e con piacere.

  4. Coltiva le relazioni, anche solo con un caffè e due chiacchiere.

  5. Cura il sonno, svegliati presto e con un piccolo rituale.

  6. Cerca momenti di “flow”, quelle attività che ti assorbono.

  7. Scrivi il tuo scopo, anche provvisorio, e leggilo ogni tanto.


🧓 Le voci dei centenari: pillole di saggezza

Il libro si arricchisce di interviste autentiche e toccanti a persone che hanno vissuto oltre i 100 anni, ancora attive e serene.
Alcuni spunti che tornano spesso:

  • “Ridi tanto.”

  • “Non arrabbiarti. È uno spreco.”

  • “Mantieni la mente e il corpo in movimento.”

  • “Fai qualcosa per gli altri ogni giorno.”

  • “Mangia poco e sii grato.”

  • “Non smettere mai di avere uno scopo.”

Semplici, dirette, e potentissime. Più di mille TED Talk.


🎯 Conclusione: L’Ikigai come arte di vivere

Alla fine, "Ikigai" è un invito a vivere con intenzione, con cura e con gratitudine.
Non si tratta di essere perfetti, produttivi, o super motivati. Ma di avere qualcosa per cui valga la pena alzarsi, anche nei giorni grigi.

È un libro che non ti grida “devi cambiare tutto!”, ma ti accompagna con dolcezza, come un vecchio saggio che ti mette una mano sulla spalla e ti dice: “Ehi, trova il tuo Ikigai. È lì, da qualche parte. Anche piccolo. Ma è tuo.”

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