Mangia come un Monaco, Vivi come un Re
Questo è un riassunto ironico di un articolo molto serio del Prof. Franco Berrino. Perchè ironico? Perchè sono convinto che con un sano umorismo anche concetti complicati vengono assimilati prima e meglio. Se vuoi comunque leggere il testo originale clicca qui.
Mangia come un monaco, non come un cinghiale
Cari amici bipedi dotati di frigorifero, microonde e finta fame notturna, oggi vi svelo un segreto che tanto segreto non è, ma che noi occidentali ci ostiniamo a ignorare con la stessa tenacia con cui ignoriamo il tapis roulant comprato a gennaio.
Mangiare poco la sera fa bene. Sì, lo so, avete appena urlato: “Ma come?! La cena è sacra!” Sacra sì, come la pennichella dopo pranzo o il caffè amaro al bar, ma anche potenzialmente mortale se continuate a farla come se foste in un agriturismo umbro tutte le sere.
Colazione da re, pranzo da signore, cena da cretino
Questo detto, che esiste dai tempi dei Veda (quando ancora il McDonald’s era solo una maledizione futura), ci dice una cosa semplice: il corpo umano non è progettato per digerire la lasagna alle 22.30 mentre guarda una serie Netflix piena di gente che corre in slow motion.
Nel mondo vedico e nei monasteri buddisti dell’Himalaya, la sera si cena con... un tè. E non il tè con i biscotti, attenzione. No: tè con farina d’orzo e burro. Insomma, un infuso energizzante e sgrassante. Da noi? Panino, patatine, birra, serie tv, e poi sogni agitati e pancia come un tamburo.
Il “quartetto mortale”: altro che Beatles
Mangiare tardi e troppo ci regala un bel regalo di compleanno anticipato: la sindrome metabolica. È un nome carino, sembra una band, ma invece è una vera e propria gang criminale composta da:
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Ipertensione (il colpo di scena)
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Iperglicemia (la caramella avvelenata)
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Dislipidemie (i grassi che sgommano nelle arterie)
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Obesità addominale (la pancetta non più affettuosa)
Un gruppo affiatato che, se non gli sbatti la porta in faccia, ti porta dritto a diabete, infarto, fegato a foie gras, cancro, Alzheimer e persino al brutto vizio di guardare la bilancia con sospetto.
Ma allora, che si fa?
Semplice: inverti la rotta, o la rotta ti inverte. Vuoi dimagrire? Non serve mangiare meno: basta mangiare prima. Studi clinici lo dicono chiaro: a parità di calorie, chi fa una colazione da boscaiolo e una cena da uccellino perde peso più facilmente. Non ci credi? Prova. Al massimo ti svegli affamato: e indovina un po’? È un segno che sei vivo.
Se sei una ragazza con ovaio policistico, una colazione abbondante e una cena leggera può migliorare la fertilità. Sì, proprio così: mangiare bene ti fa più fertile che andare a un ritiro yoga con la luna piena.
E se sei una donna operata di cancro al seno? Più tempo passa tra la cena (meglio se leggera) e la colazione del giorno dopo, meno recidive e metastasi. Capito? Non stiamo parlando di sciocchezze.
Il tempo è digestione
C’è una formula magica, chiamata con grande fantasia americana Time-Restricted Feeding (che detto tra noi, suona meglio di "digiuno intermittente", che fa pensare a un frigo rotto). Significa semplicemente mangiare solo in una finestra di 6-8 ore al giorno, tipo dalle 8 alle 16. Il resto del tempo? Si beve acqua, si respira, si vive. E soprattutto non si sgranocchia come criceti ansiosi davanti al frigo aperto.
Saltare la cena funziona. Saltare la colazione? Mmm… no. Fa venire fame da lupo a mezzogiorno e ti fa abbuffare come se fosse l’ultimo pasto prima dell’Apocalisse.
Ma i bambini? Gli adolescenti? I magri? Calma.
Non stiamo dicendo di far digiunare i vostri figli come fossero monaci tibetani in ritiro spirituale. I bambini crescono, hanno bisogno di mangiare (bene), non di saltare pasti. E gli adolescenti con disturbi alimentari? C’è chi dice che il digiuno intermittente li peggiori. Ma attenzione: non è il digiuno a creare i disturbi, è il mondo rimbambito in cui viviamo.
Viviamo immersi in stress, immagini di perfezione irreale, cibo finto, intestini scombussolati e cervelli in fiamme. È lì che dobbiamo agire, non demonizzando il fatto che a 50 anni potresti anche cenare con due verdure cotte e andare a letto come un saggio zen.
La cena come atto sociale (e psicologico)
Lo so. Lo so. “Ma la cena è l’unico momento in cui stiamo insieme come famiglia!”
Avete ragione. Non c'è nulla di male nel sedersi a tavola insieme. Il punto è cosa ci metti in quel piatto. Nessuno ti vieta di socializzare mentre mangi un passato di verdure e due mandorle. Non è che per socializzare serva il tris di primi.
Quando i figli sono grandi e fuori casa, però, smettila di cucinare come se tornassero dal fronte. Mangia poco, dormi meglio, e al mattino ti svegli con un appetito da vivere, non da smaltire.
In sintesi: mangia meno, vivi meglio, e non fare il finto tonto
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La sera, spegni il frigo prima della TV.
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Di giorno, colazione da campione e pranzo da soddisfatto.
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La cena? Non dev’essere un evento, ma un’ombra.
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Il digiuno intermittente? Se sei sano e adulto, provalo. Ti toglie il mal di testa, la pancia e pure un paio di dubbi esistenziali.
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