Tutti i vantaggi dei cibi bio, e come fare la spesa spendendo poco.

Questo è un riassunto ironico di un articolo molto serio del Prof. Franco Berrino. Perchè ironico? Perchè sono convinto che con un sano umorismo anche concetti complicati vengono assimilati prima e meglio. Se vuoi comunque leggere il testo originale clicca qui.

Vuoi vivere sano? Allora smettila di mangiare come se avessi firmato un contratto col becchino

Una volta si diceva: “Siamo quello che mangiamo”. Oggi potremmo dire: “Siamo quello che ci spruzzano sopra”. Franco Berrino, che non è un guru new age ma un medico serio con curriculum lungo quanto lo scontrino della spesa di un vegano integralista, ci viene a ricordare una verità che in molti fingiamo di non sapere: i pesticidi fanno male. Sì, anche se li chiami “residui chimici tollerabili” o “aromi della tradizione contadina industriale”.

E non stiamo parlando solo di una farfallina nello stomaco, ma di cancro, Parkinson, autismo, tumori ai reni, malformazioni urogenitali (non cercare su Google, fidati), e pure di “polineuropatia da organofosforici” – che già solo a pronunciarla ti viene la sciatica.


   “Mangia e taci” non vale più

Un tempo la mamma diceva: “Mangia la mela che ti fa bene”. Oggi devi aggiungere: “Mangia la mela, ma solo se non è stata trattata con glifosato, paraquat, rotenone, maneb, e una spruzzata di napalm per esaltare il sapore”.
E se ti stai chiedendo se questi nomi sembrano usciti da un laboratorio militare, la risposta è: sì, alcuni lo sono. Alcuni pesticidi sono cugini dei gas nervini usati in guerra. Altro che pepe di Cayenna.


   Frutta con sorpresa (chimica)

Berrino ci informa che i contadini che maneggiano pesticidi si ammalano più degli altri. I loro figli pure. E non di raffreddore, ma di tumori cerebrali, linfomi, leucemie. Sì, perché i pesticidi non si limitano a uccidere l’insetto sul pomodoro, si prendono anche il gusto di fare una capatina nel tuo DNA.
E tu lì, che ti vanti di mangiare “vegetale” mentre butti giù una pesca che ha più chimica del laboratorio di Breaking Bad.


   Bio: la dieta del contadino zen (senza tumori)

E qui arriva il momento magico, lo Yin dello Yang: il cibo biologico.
Secondo uno studio francese, chi mangia bio ha un 25% in meno di rischio di cancro. Ma aspetta: per i linfomi non-Hodgkin il rischio scende dell’84%. Cioè, praticamente sei più protetto mangiando bio che andando in giro col giubbotto antiproiettile.

E se stai pensando “Eh ma in Italia la frutta è buona”, sappi che anche la frutta può tradirti.
Frutta contaminata = cancro. Frutta pulita = meno cancro, meno infarti, meno morte. Capito il concetto? Non è complicato. È come scegliere tra una vacanza a Capri e una settimana nel reparto oncologia.

   “Bio costa troppo” (detto da uno con l’iPhone da 1.200€)

Il nemico n.1 del bio non è la Monsanto, è il cittadino italiano medio.
Quello che dice “il bio costa troppo”, ma poi si fa il brunch da 24 euro il sabato, con pane nero “multicerealico” e centrifugato con kiwi boliviano.
Quello che si lamenta del prezzo della lattuga bio mentre spende 80 euro in cibo pronto che scade prima di riuscire ad aprirlo.

Berrino, per dimostrare che non serve vendere un rene per mangiare sano, ha fatto un esperimento: 15 giorni di cibo biologico a 5 euro al giorno.
Ha comprato solo cibi veri: cereali, legumi, verdura di stagione, nient’altro. Niente crocchette vegetali da 9 euro al chilo, niente hamburger di fagioli con etichetta hipster. Risultato: ha mangiato bene, ha speso poco, e non è morto.


  Esempi di vita vera (o quasi)

  • Andrea, 32 anni, marketing digitale: vive di sushi da asporto, energy drink e sensi di colpa. Pensa che “bio” sia un formato di Instagram Story. Ha sempre mal di testa, ma crede sia il Wi-Fi.

  • Serena, 40 anni, madre multitasking: riempie la casa di detersivi “ecologici” e poi dà ai figli succhi colorati fluorescenti “senza zuccheri aggiunti” ma con 12 E-numeri. Fa la spesa da discount e poi cerca “ricette detox” su TikTok.

  • Giulio, 55 anni, ex bancario in pensione: dice “i miei nonni campavano 90 anni mangiando salame e vino” ma dimentica che i suoi nonni il glifosato manco sapevano cos’era.


    Conclusione mistica: Sii il cambiamento che vuoi nel tuo frigo

Franco Berrino chiude il discorso con un appello da predicatore zen: torna a cucinare.
Sì, proprio tu. Che non sai cosa sia una lenticchia decorticata.
Torna a mettere le mani in pasta – non per postare la focaccia su Instagram, ma per nutrirti come si deve.

E se pensi che tanto è tutto contaminato, che bio è per ricchi, che “tanto morire si deve”, allora complimenti: sei già il cliente ideale della Sanità pubblica nei prossimi vent’anni.

Ma se invece ti viene il dubbio che magari vivere bene sia anche mangiare bene, senza pesticidi, senza cibo finto, allora sei sulla strada giusta. Quella che passa per il mercato contadino, la cucina di casa, e magari una pentola a pressione che ti fa risparmiare pure gas.

Dunque vuoi essere sano? Allora smettila di trattare il tuo corpo come il cassonetto dell’umido del supermercato.
E ricordati: cucinare è un atto d’amore. Anche se lo fai solo per te.
Soprattutto se lo fai solo per te.”